Case green: la nuova direttiva sulle prestazioni energetiche
La Commissione UE Industria, Ricerca ed Energia ha approvato la bozza di revisione della Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), altrimenti detta Direttiva Green.
La direttiva è uno dei pilastri del pacchetto Fit for 55, i che ha come principale obiettivo la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 in tutta l’Unione Europea.
Uno dei punti salienti del provvedimento è la fissazione di nuovi standard minimi di efficienza energetica: in particolare, gli edifici privati esistenti dovrebbero diventare almeno di classe E entro il 2030 e di classe D entro il 2033. Ciò avrà un forte impatto in Italia, poiché, secondo i dati Enea, circa il 60% degli edifici appartiene attualmente alle classi più energivore (F, G). Ci saranno tuttavia alcune possibili eccezioni, ad esempio nel caso di edifici storici, case indipendenti fino a 50 metri quadrati e seconde case abitate per meno di 4 mesi ogni anno.
Un’altra sostanziale novità prevista della direttiva EPBD è che dal 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero - termine anticipato al 2028 per i nuovi edifici pubblici. Tutti i nuovi edifici dovranno essere progettati con l’obiettivo di ottimizzare il loro potenziale di generazione di energia solare, e per questo è prevista l’installazione di impianti solari:
- Entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie utile superiore a 250 metri quadrati;
- Entro il 31 dicembre 2027, su tutti gli edifici pubblici e non residenziali esistenti, sottoposti a una ristrutturazione importante o profonda, con una superficie utile superiore a 400 metri quadrati;
- Entro il 31 dicembre 2029, su tutti gli edifici residenziali di nuova costruzione.
Per quanto riguarda infine gli Attestati di Prestazione Energetica (APE), il provvedimento prevede la riduzione della validità dagli attuali dieci anni a cinque anni. Inoltre, verrà aggiunta una nuova categoria “A0” per identificare gli edifici a emissioni zero e la categoria “A+” per gli edifici che, oltre a essere a emissioni zero, contribuiranno ad alimentare la rete energetica con produzione in loco di energia rinnovabile.